Mostra fotografica “LA SEPARAZIONE DELLE COTTURE”

invito mostra la separazione delle cotture

 

La separazione delle cotture

La fotografia è da sempre dotata di una particolarità tutta sua, quella di saper evocare situazioni, momenti, occasioni con una forza espressiva sconosciuta ad altri mezzi. Se questo è vero nei momenti di grande intensità – basta pensare agli istanti cruciali della storia immortalati dai reportage, alla bellezza della natura catturata in certi spettacolari paesaggi, alla profondità di uno sguardo quale compare in un ritratto d’autore – lo è anche in quelli solo apparentemente meno incisivi.

Lo dimostra con le sue immagini pulite ed essenziali Giuliano Cingoli che si mette alla prova con un soggetto solo apparentemente facile come quello del cibo. Non si tratta dei classici e peraltro spesso seduttivi still life che si rifanno alla tradizione pittorica seicentesca dove viene esaltato, con l’insieme degli elementi, il senso della profondità, ma di riprese dall’alto che in quanto tali conferiscono all’insieme una particolare leggerezza. Questa non è soltanto una scelta estetica ma una direzione consapevolmente seguita per sottolineare l’importanza di ciascuno degli elementi che costituiscono l’insieme. Raccontare un metodo poco conosciuto ai più come quello della separazione delle cotture significa soprattutto trasmettere i segni di un ordine mentale prima ancora che fisico dove la fotografia raggiunge un importante livello di comunicazione. Seguendo la stessa strada percorsa nella elaborazione delle ricette quando veste i panni dello chef, il Giuliano Cingoli fotografo va soprattutto alla ricerca di composizioni dotate di un’intima armonia: lo si nota nell’alternanza delle linee curve (i tegami, le ciotole, i piatti) con i quadrati e i rettangoli dei fornelli e dei taglieri che definiscono gli spazi. Nonostante il rigore formale che le caratterizza, queste immagini sono tutt’altro che statiche perché sintetizzano nello spazio la dinamicità dei successivi passaggi: così, per esempio, possiamo osservare nella stessa fotografia alcuni asparagi appoggiati sulla tavola, ritrovarli lì accanto già bolliti in pentola e scoprirli infine poco distante ridotti a dadini su un tagliere.

Se questo rapporto spazio-temporale caratterizza il singolo scatto, è accostandone molti che si ottiene un risultato altrettanto sorprendente legato alle variazioni sul tema. Manici diversamente indirizzati, posate e accessori posti a riempire zone altrimenti vuote, piccoli contenitori accostati per creare ritmi inusuali sono lo scenario su cui si adagiano pesci sfilettati e carni sminuzzate, si esaltano sughi multicolori, si animano intingoli, si appassiscono verdure, si rapprendono salse in un gioco di rimandi che somiglia a una sinfonia di gesti, gusti, visioni. Se tutto ciò si riducesse alle sole sia pur indispensabili parole non ci troveremmo di fronte a quell’immediatezza sensoriale che solo la fotografia può trasmettere e che qui si esalta in tutta la sua immediatezza.”

 

Roberto Mutti